STORIA DI NANÀ LA CAMPIONESSA DI CALCIO A 5 PARTITA DAL BRASILE E APPRODATA ALLA NOX MOLFETTA

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Molfetta. La campionessa Nanà, giocatrice della Nox Molfetta, in un'intervista racconta la sua storia e la sua passione per il calcio a 5
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Fernanda Borzuk de Lima ha 37 anni e viene da Londrina, città a sud della terra del Samba, della cachaca, della Capoeira, del Carnevale e del calcio, ovvero il Brasile. Fernanda De Lima, per tutti Nanà è una calciatrice professionista di Calcio a 5 femminile e gioca nella Nox Molfetta.

La sua carriera da calciatrice inizia con la squadra della sua città natale dove muove i primi passi e dove si fa notare per il suo talento. Arrivata in Italia a 27 anni, inizia a giocare in diverse squadre di calcio a 5 conquistando una Coppa Italia e due Scudetti. Nel 2021 approda a Molfetta, dove l’eccellente pivot inizia il suo percorso con la Nox. Madre di un bellissimo bimbo, vive a Ruvo con suo marito, Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di Futsal.

In un sabato mattina di maggio, con il sole che scalda per bene, Nanà ha raccontato in esclusiva per il Fatto la sua storia, che è quella di un talento, di una donna che è nata con la passione del calcio a 5.

Quando hai cominciato a giocare a calcio e quando hai scoperto il calcio a 5 femminile?

«In Brasile, in ogni luogo, in ogni città troverai un bambino con la palla. Io ho iniziato a giocare quando avevo tre anni. Il calcio a 5 è molto diffuso nel mio Paese e in molti ci giocano. Mio padre giocava a calcio a 5 e io lo seguivo nelle sue partite.

Inoltre ho un fratello gemello che giocava a futsal. Io volevo giocare con lui, ma ovviamente non potevo, perché ero una bambina. Io potevo solo andare a vedere le partite, ma non era conveniente che giocassi a pallone con dei bambini.

Un giorno ho chiesto a mia madre se potevo giocare anche io a calcio. Lei mi disse di chiedere al mister di mio fratello. Ma non lo feci perché avevo paura che lui mi dicesse di no. Poi, dopo due mesi, fu mia madre a parlare con il mister, che acconsentì al mio ingresso in squadra. Questo succedeva quando avevo 12 anni».

In Brasile, come era considerata una bambina che giocava a calcio? Quali difficoltà e ostacoli hai dovuto superare?

«Non è stato semplice e ho dovuto superare molti ostacoli. Sono stata la prima bambina della mia città a giocare a calcio a 5, in una squadra mista. Quando ho iniziato, a livello agonistico, la cosa ha dato fastidio a molti. Mi dicevano che io intimidivo i compagni. Per fortuna ho avuto dalla mia parte la famiglia.

In particolar modo devo ringraziare mia madre che mi ha sempre incoraggiata e sostenuta. Quando andavamo in trasferta io e mio fratello, che giocavamo nella stessa squadra, ci accompagnava nostra madre. Quando entravo in campo lei mi guardava e mi diceva: “entra, dai, fai vedere chi sei”.

Credo che mia madre abbia visto in me le possibilità che non ha avuto in quanto donna. Sai, adesso un po’ meno in Brasile, ma fino a poco tempo fa le donne dovevano stare a casa e occuparsi del marito e basta. Adesso per fortuna le cose sono cambiate. Sono molto contenta di essere stata la pioniera della mia città, dove adesso ci sono molte ragazze che giocano a calcio a livello professionistico».

Quando ha avuto inizio la tua avventura con la Nox e cosa significa per te questa squadra?

« Nel 2021. Da Falconara sono arrivata in Puglia. Per me la Nox è stata un nuovo inizio, perché prima di arrivare qui, non stavo giocando. Con la Nox, dal mio arrivo, abbiamo fatto insieme un bel percorso. Non è stato semplice, ma è andato tutto bene. Siamo arrivate in Serie A2, cosa non facile per tanti motivi e adesso siamo in corsa verso la Serie A.

Quale è il segreto dei successi della Nox?

«Il gruppo. Una aiuta l’altra. Anche se litighiamo, che è normale, siamo sempre unite nel campo. Nessuna compagna vuole giocare da sola, se una sbaglia ci aiutiamo e incoraggiamo. È un gruppo. Senza gruppo non esiste la Nox».

A quale grande calciatore ti ispiri?

«Mi piace Neymar, come gioca, come dribbla, voglio fare come lui. Cerco di somigliargli anche nell’aspetto: vedi i capelli? Li ho tagliati come lui. – dice sorridendo e facendomi l’occhiolino – Mi piace, perché lui cambia sempre i capelli e io cerco di stargli dietro! Sono uguale a lui! Scherzi a parte per me un mito è stato Pelè.

È stato unico. Non c’è paragone con i giocatori di adesso e con il gioco che si fa adesso. Pelè è stato un maestro del calcio e un grande esempio. È importantissimo essere una bella persona fuori dal campo, per poterlo essere in campo. È lì che ti ricorderanno. Che eri bravo, una persona umile, tranquilla, e non scorretta. Io voglio essere ricordata per questo per essere una brava persona».

Tu sei un mito tra le pulcine e in generale tra le giovanissime della Nox. Quale suggerimento hai per loro e per tutte le bambine e le ragazze che vogliono intraprendere questa disciplina a livello agonistico?

« Ah, sì, loro vogliono sempre giocare con me e seguono tutte le partite. Guarda, – dice mostrando dei braccialetti colorati – questo è un loro regalo. Alle piccole e giovanissime che vogliono intraprendere questa strada posso dire che devono essere decise, perché è difficile.

Ci saranno ostacoli da superare, ma se si vuole ottenere qualcosa bisogna lottare fino in fondo. Io ne ho incontrati molti, in quanto donna. Perché anche se adesso possiamo fare tutto, il problema è che non veniamo trattate al pari degli uomini.

La remunerazione è la prima cosa, ma potrei farti tanti esempi. Ti dico solo questo: che quando ho giocato nelle diverse squadre, in giro per l’Italia, era sempre un problema quando dicevo che avevo bisogno di un appartamento perché ho un figlio e un marito. Poi alla fine ho ottenuto l’appartamento, ma ho dovuto discutere tanto. Per gli uomini non è così. Quindi di passi avanti ne sono stati fatti, ma bisogna ancora lottare».

Una donna e un’ atleta dalla grande generosità, questo è Nanà, il cui valore umano e sportivo è stato riconosciuto pubblicamente anche dal Comune di Molfetta. Lo scorso 5 aprile, presso il Pala Fiorentini, a Nanà è stata consegnata dal presidente del Consiglio Comunale e dall’assessore alla cultura una targa che premia i risultati raggiunti dall’atleta biancorossa in Serie A2 e Coppa Italia indossando i colori della Nox Molfetta.

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