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Molfetta. Oggi giovedì 11 novembre in tutti i paesi cristiani si festeggia San Martino. Anche Molfetta celebra il generoso cavaliere con le tradizionali frittelle e vino novello
L’11 novembre la Chiesa celebra San Martino di Tours, il cavaliere generoso che con la spada dimezzò il suo mantello donandolo a un vecchio mendicante che tremava per il terribile freddo. Il generoso gesto di Martino, narra la leggenda, fu poi benedetto da Dio che fece spuntare il sole. Questo repentino e miracoloso cambiamento di temperatura sarebbe passato poi alla storia come Estate di San Martino.
Il Santo è festeggiato in tutti i paesi cristiani europei e naturalmente anche in Italia, con diverse cerimonie e processioni, accompagnando il tutto con il consumo di cibi tipici di ciascuna regione e soprattutto con i prodotti stagionali come vino novello, castagne e olio la cui raccolta e produzione, in questo periodo dell’anno, occupa moltissimi coltivatori e produttori.
Ma si sa che molte feste sacre hanno anche un risvolto profano e a questa legge certo non poteva fuggire quella dedicata a San Martino. Infatti l’11 novembre ricorre la cosiddetta festa dei cornuti e contenti – chernéut chendende in molfettese.
Una festa le cui origini sono difficili da indagare e da datare in quanto quella di mettere le corna è un’antica consuetudine umana che si perde nella notte dei tempi. Il punto però è capire quale sia il legame tra San Martino e i cornuti e le cornute di cui il santo francese è patrono, oltre ad esserelo dei soldati e dei viaggiatori. Il motivo per cui San Martino abbia preso sotto la sua ala protettiva uomini e donne vittime di infedeltà non è ancora ben chiaro, ed è tutt’ora oggetto di studio.
Diverse le ipotesi. Qualcuno sostiene che in epoca passata proprio in questo periodo dell’anno e in occasione della festa di San Martino si svolgevano fiere in cui si commerciava bestiame prettamente dotato di corna: buoi, tori, montoni, capre e così via. Secondo questa ipotesi San Martino sarebbe il protettore degli animali con le corna. Questa spiegazione con il tempo ha lasciato spazio ad altre congetture.
Secondo alcuni studiosi, infatti, con il termine cornuti non si faceva riferimento agli animali, ma agli uomini che partecipavano alle fiere, che potevano durare anche alcuni giorni, e che non potendo tenere sott’occhio le mogli venivano da quest’ultime traditi. Tradimento che poteva essere reciproco. Infatti si racconta che sempre le suddette fiere di animali fossero caratterizzate da notevoli degustazioni di vino novello che poteva provocare atteggiamenti licenziosi e libertini da parte di alcuni mariti.
Ovviamente non è dato sapere quale delle ipotesi elencate sia più plausibile. Secondo altre ricostruzioni la festa dei cornuti avrebbe origini pagane, quindi molto più antiche e sarebbe da ricollegare ai festeggiamenti del capodanno celtico che cadevano nel mese di novembre o addirittura alla Cabala.
Ad ogni modo, qualsiasi origine abbia la faccenda della corna, ciò che per Molfetta e per i molfettesi ha molta importanza sono le frittelle, che da tradizione l’11 novembre non devono mancare sulla tavola.
Una festa di odori che solitamente si percepiscono già il giorno prima di San Martino, perchè si sa che le brave cuoche o i bravi cuochi preparano il ripieno delle frittelle la sera prima, soprattutto quelle ripiene di cipolle sponsali e ricotta shquend, ovvero la ricotta saporita che conferisce al tutto sapori indescrivibili e che commuovono. E non parliamo poi degli odori di frittura che si percepiranno per le strade nella giornata di oggi 11 novembre.
Una vera celebrazione di quei prodotti tipici della nostra terra in primis l’olio in cui le frittelle si immergono e si cuociono gioiosamente, magari accompagnando il gustoso cibo al vino novello.
Infine, sulla tradizione molfettese, di cucinare le frittelle nel giorno di San Martino, anche qui diverse le spiegazioni. Tra le tante una è forse quella più accreditata. È molto probabile infatti che la tradizione delle frittelle il giorno di San Martino venga proprio dalla voglia di tuffarsi nei piaceri del cibo per dimenticare di essere “cornuti” e affogare i dispiaceri amorosi nel buon sano cibo della tradizione.
Per cui, buon San Martino a tutte e a tutti e buona scorpacciata di frittelle.
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