MOLFETTA RICORDA IL MARTIRIO DELLE SORELLE ANTONIA E GIACOMINA DE BARI CON UNA STRADA CITTADINA

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Molfetta. La strada congiunge il prolungamento di via don Samarelli con via canonico de Beatis

molfettasorelledebaricontent050622A oltre 77 anni dall’attentato avvenuto in Piazza Minuto Pesce il 7 maggio 1945, in cui persero la vita due giovanissime sorelle molfettesi, lo scorso sabato 4 giugno è stata inaugurata la strada intitolata ad Antonia e Giacomina De Bari.

Presenti alla cerimonia pubblica, svoltasi con gli onori delle bandiere della associazione Eredi della storia unitamente alle associazioni combattentistiche e d’arma, le autorità politiche e religiose, l’ associazione Pandora con le rappresentanti avv. Francesca Bisceglia e la dottoressa Isabella Sciancalepore e i rappresentanti della Società Operaia di mutuo soccorso.

La strada congiunge il prolungamento di via don Samarelli con via canonico de Beatis. A scoprire la targa, il nipote Leonardo la Forgia con la benedizione e le preghiere di don Franco Sancilio.

«Finalmente – dichiara il Cav. Sergio Ragno, presidente dell’associazione Eredi della Storia – dopo quasi 10 anni di ricerche condotte dal nostro indimenticabile dott. Michele Spadavecchia, già presidente dell’associazione, nonché dal luogotenente dei carabinieri Luciano Modugno, con la collaborazione dell’amministrazione comunale, che ringraziamo per l’impegno profuso, oggi quella storia è realtà. Con questo atto inizia un lungo percorso alla scoperta della storia perduta della nostra città, con l’associazione Pandora inizierà un viaggio nella memoria per far luce sulle tante realtà oscurate dalla storia. Il nostro monito è: mai più guerre».

Di seguito le parole del nipote delle sorelle De Bari, Leonardo la Forgia: «Oltre settant’anni di silenzio, complice e colpevole con quanti hanno ignorato questo triste evento, luttuoso per la mia famiglia, luttuoso per le istituzioni tutte e per la totale indifferenza di chi avrebbe dovuto cercare ragioni e colpevoli materiali dell’assassinio, per il martirio delle mie due zie. In primis per il costante rifiuto delle precedenti amministrazioni a voler dare un giusto riconoscimento alla brutale scomparsa di due giovani innocenti. Poi per la totale assenza dei documenti che attestavano l’omicidio, documenti scomparsi in un provvidenziale incendio. Scomparsa sicuramente voluta per la connivenza degli autori con il potere istituzionale dell’epoca e per far sì che non venissero a galla nomi che avrebbero portato chissà quale scompiglio alle persone e alla società di quel periodo, e anche, sicuramente, del periodo attuale. Adesso un giusto e parziale riconoscimento del sacrificio costato la vita a due giovani innocenti. Sacrificio che auspico possa essere additato, con l’intitolazione di questa strada, come esempio della stupidità umana e della guerra in particolare, di qualsiasi guerra, specie in questo periodo storico contingente. Monito per le generazioni future che il dialogo al posto della violenza è sempre l’argomento migliore per appianare e dirimere qualsiasi questione senza ricorrere a metodi violenti e coercitivi per affermare la supremazia di uno nei confronti dell’altro e che la ragione debba sempre prevalere, nel rispetto delle libertà di ognuno, nell’affermare la capacità razionale dell’essere umano e della sua buona volontà al rispetto dei principi fondamentali della convivenza. Sento, inoltre, il dovere di ringraziare il Presidente dell’associazione Eredi della Storia, Sergio Ragno che con tenacia e caparbietà ha perseguito questo riconoscimento, nonostante le difficoltà frapposte, giungendo oggi all’intitolazione di questa strada alle mie due zie materne. Un grazie sentito e doveroso»

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