MOLFETTA. “IL PD SI TRASFERISCE A CORSO UMBERTO?”

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MOLFETTA - "Il Pd si trasferisce a Corso Umberto?" è la domanda che si sono posti in tantissimi, ieri mattina. La Domenica è la giornata dedicata alla passeggiata, consueta, a Corso Umberto e in molti ieri passeggiando su e giù per il Corso, hanno notato un assembramento di volti più o meno noti, dinanzi ad un ex locale commerciale, appena ristrutturato. Non era l'inaugurazione di un nuovo negozio.   

Tanti i volti del Partito Democratico presenti all'inaugurazione di quella che sembrava a tutti gli effetti la nuova sezione del PD. Qualcuno però ha iniziato a sorprendersi e a non comprendere, quando al posto del simbolo del PD, ha visto qualcos'altro. Solite sedie scomode, soliti bancali, questa volta dipinti (vanno molto di moda da quelle parti), stesse facce, quelle del PD locale. Che strano però, non c'era il simbolo del Partito Democratico, ma un'altra sigla.  

Altra sede, altra sigla, stesso leader del PD, stesso candidato delle ultime regionali del PD e, soprattutto stesso "popolo democratico" (così amano definirsi gli iscritti e militanti di quel partito).  

"Mi aspettavo la sigla del PD invece c'era un'altra sigla, e tante facce del PD che come d'incanto hanno cambiato casacca" ha scritto Pino Amato sulla sua bacheca Facebook, pure lui amante della passeggiata domenicale.   

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MOLFETTA – “Il Pd si trasferisce a Corso Umberto? è la domanda che si sono posti in tantissimi, ieri mattina. La Domenica è la giornata dedicata alla passeggiata, consueta, a Corso Umberto e in molti ieri passeggiando su e giù per il Corso, hanno notato un assembramento di volti più o meno noti, dinanzi ad un ex locale commerciale, appena ristrutturato. Non era l’inaugurazione di un nuovo negozio.   

Tanti i volti del Partito Democratico presenti all’inaugurazione di quella che sembrava a tutti gli effetti la nuova sezione del PD. Qualcuno però ha iniziato a sorprendersi e a non comprendere, quando al posto del simbolo del PD, ha visto qualcos’altro. Solite sedie scomode, soliti bancali, questa volta dipinti (vanno molto di moda da quelle parti), stesse facce, quelle del PD locale. Che strano però, non c’era il simbolo del Partito Democratico, ma un’altra sigla.  

Altra sede, altra sigla, stesso leader del PD, stesso candidato delle ultime regionali del PD e, soprattutto stesso “popolo democratico” (così amano definirsi gli iscritti e militanti di quel partito).  

“Mi aspettavo la sigla del PD invece c’era un’altra sigla, e tante facce del PD che come d’incanto hanno cambiato casacca” ha scritto Pino Amato sulla sua bacheca Facebook, pure lui amante della passeggiata domenicale.   

Ieri mattina a Corso Umberto è stato inaugurato non un comitato qualsiasi, ma “il comitato dei comitati”, quello del trasloco di un pezzo consistente del Pd, in un altro Partito della Sinistra. “Noi a Sinistra” si chiama questa nuova sigla, l’ennesima (ne stanno nascendo tante come funghi in queste settimane) che “sotterra le appartenenze di partito – nelle intenzioni del candidato di che trattasi, promotore di questo “nuovo” contenitore – e rilancia il vero soggetto protagonista della politica”. 

All’interno di questo “nuovo” contenitore politico, tutti volti molto noti, provenienti da altre spiagge, da altre bandiere e sigle politiche, soggetti che si sono dimessi da incarichi nel PD qualche giorno fa. Insomma, stessa melassa, con sede nuova, simbolo nuovo, sinonimi accuratamente ricercati o neologismi coniati per la circostanza. L’impressione che se ne trae da questa, come da altre operazioni di marketing politico, è che ad essere stata sotterrata, ma già da tempo, sia solo la dignità.

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